2018

L’opera trae ispirazione dal dipinto ‘Parigi tra le due rive’ di Chagall. Il pittore e protagonista del quadro rappresenta il matrimonio con la nuova compagna, Vavà.

La scena viene descritta in maniera lineare e trova connessione con il percorso biografico dell’autore seguendo un filo di continuità col passato.

Guardando alla struttura dell’opera, dietro alla coppia di sposi, in alto, appare il volto di una donna, identificabile con l’amata precedente di Chagall, sua musa ispiratrice. Bella, ormai defunta, osserva i due con occhi benevoli.

Il pittore sceglie dunque di rappresentare una sorta di resilienza sentimentale che gli ha concesso di innamorarsi nuovamente, riemergendo dall’esperienza traumatica del lutto e riscoprendosi in grado di coniugare due differenti figure femminili senza che esse si confondano. Da ciò nasce l’idea che ho poi concretizzato, un rapporto difficile ma al contempo delicato che può essere paragonato alla relazione madre-figlio.

Il progetto si compone di un cubo di resina e al suo interno sono inseriti i volti di un bambino defunto e di una nuova vita successiva al lutto. La forza della donna è simbolicamente rappresentata dalla resistenza del materiale. Le immagini richiamano il difficile percorso di elaborazione del trauma da parte della donna/madre: l’appartenenza al passato è riconoscibile nell’imperfezione delle facce del cubo, negli spigoli smussati, nell’incertezza alla base di quell’eterno dolore.

Ph. Francesca Fiore

Tecnica: Stampe su carta acetata immerse nella resina

Tiratura: 1, opera unica

Dimensione opera: 10x10x10 cm